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OSVALDO CURANDAI
Rose - opera litografata per l'evento "...a Pontassieve si va a nozze", 2017
Campagna toscana - opera donata al Comune di Rignano sull'Arno
Nato a Firenze il 3 giugno 1931, risiede e lavora a San Donato, una frazione del comune di Bagno a Ripoli.
La passione per il disegno e per la pittura è presente fin dall'infanzia. Da bambino, a margine del libro di Salgari disegna il ritratto del fratello. Ogni pezzo di carta è buono per farne un'opera d'arte. Prosegue come autodidatta finchè incontra il maestro Giuseppe Mazzon che lo conduce ad esplorare la pittura ad olio all'aria aperta, dove il suo straordinario talento si sposa subito con una tecnica magnifica e personale.
Nella sua lunghissima carriera ha esposto a Bologna, Riccione, Faenza, Pontecchio Marconi, Cortina, Milano, Reggio Emilia, ecc.. E' stato per lunghi anni in esposizione permanente presso la prestigiosa galleria Bongiovanni di Bologna.
Le sue opere sono in importantissime collezioni in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla ex URSS, dal Lussemburgo all'Arabia Saudita.
...durante la personale di Osvaldo Curandai presso la galleria d'arte "il Castello", via Brera a Milano, nel 1970, l'indimenticabile Dino Buzzati disse: Curandai è l'ultimo poeta romantico sopravvissuto agli esperimenti pittorici dei nostri giorni.
"La maggior parte dei lavori esposti, soprattutto quelli di minori dimensioni, ci sono apparsi come rari gioielli". G Fogazzari, 1970
"Osvaldo Curandai sta attuando una sorta di crepuscolarismo in pittura dove l'immagine che ci propone paiono, nella nostra epoca di inquinamenti, non il riflesso della natura, ma il persistere del sogno di un mondo che s'e' perduto o forse non è stato mai". Giuseppe Nobili, 1970
"Amo la regola che corregge l'emozione, amo l'emozione che corregge la regola". In questo assioma estetico diventato famoso, il fiorentino Osvaldo Curandai svolge il suo cauto e dosatissimo discoro fatto di misura e di discrezione. Non si pensi, peraltro, che la sua voglia essere solo una pittura di evocazione, di suggestione e di raccoglimento intimista, perchè in Curandai vivono sentimenti di fondoe vivono in maniera intesnsa ed esclusiva, temperati, tuttavia, dalla sua natura dolce e umile ch esi esprime per sfumature e con al vaghezza di un poeta romantico. E' la natura medesima di questo suo mondo così poetico che gli impone una gradualità, un diaframma, nel processo che va dall'emozione all'espressione. E per dire quello che vuole Curandai non ha bisogno di temi complicati o letterari, qualsiasi sentimento si può esprimere con un semplice nudo, con una natura morta, con pochi oggetti quotidiani, con un paesaggio. Ed è nella luce ora abbagliante ed ora quieta e diffusa del cielo che egli dipinge i suoi boschi, le sue stradine in pendenza, le sue case e gli alberi e le figure in una struggente, felice malinconia. Non arrischierei accostamenti a scuole o a pittori. Osvaldo Curandai potrebbe risponderci: "Se ho qualche cosa da dire, lo dico nella maniera che mi sembra più naturale" Giuseppe Mengozzi, catalogo Galleria Bongiovanni. Bologna-Riccione.
"...meglio dipingere come lui (ma quanti ne sono poi effettivamente capaci?) che vestire i panni, falsi quasi sempre, dell'inventore del nuovo mondo, del nuovissimo stile, della nuova espressione e gabellarsi per dio delle Arti" A.Jacoponi, citato nel catalogo "Osvaldo Curandai"
Dicembre 2016, Osvaldo Curandai (quinto da sinistra) all'inaugurazione della mostra personale in Sala delle Eroine, Pontassieve, con il presidente dell'associazione Mazzon ed il presidente dell'associazione Colori del Levante Fiorentino.
Pontassieve, Sala delle Eroine, giugno 2010
Osvaldo Curandai (il quarto da sinistra) all'inaugurazione della mostra "Luoghi Divini"
insieme ad altri due allievi del maestro Mazzon: Graziano Marsili e Roberto Smorti.
(si ringrazia l'Associazione Mazzon per le immagini dei quadri, dal terzo al settimo, che abbiamo utilizzato per questa pagina)
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